Esposizione cristallina
dei concetti, frasi sempre dritte al punto, la giusta dose di affabilità e una
serie di micro pause ragionate, di quelle che servono a raccogliere i pensieri
prima di chiudere un argomento e passare all’altro.
Come abbia fatto Martina Piteri a essere diventata in
breve tempo una delle colonne dell’ufficio legale in Guffanti lo capisci un
secondo dopo le presentazioni di rito.
In meno di un anno e
mezzo, Martina è passata dall’esercizio della professione forense in consulenza
per uno studio legale di Milano alla gestione, insieme alla collega Samantha,
di tutta la contrattualistica e delle pratiche legali che riguardano
direttamente o indirettamente il gruppo Guffanti.
Una transizione che per
Martina, però, non è stata del tutto naturale.
“Per me Guffanti rappresenta l’incontro con il mondo del lavoro
dipendente - ci ha raccontato nel corso della chiacchierata fatta per il
progetto GPeople - e segna anche l’inizio
di una fase di maggiore qualità, dopo anni molto complessi, per il mio rapporto
tra lavoro e vita privata.
Ma a questa consapevolezza sono arrivata dopo un
piccolo spavento.
Quando sono entrata in Guffanti, infatti, nel 2023,
eravamo ancora nella scia del Superbonus, e la contingenza del momento ha fatto
sì che mi occupassi quasi esclusivamente di pratiche legate a quello: un lavoro
che dalla prospettiva legale assicuro essere davvero molto schematico e
ripetitivo.
Mi sono chiesta spesso, in quei giorni, se avessi
fatto la scelta giusta a scegliere la professione legale dalla prospettiva
aziendale. Poco tempo dopo era già tutto cambiato: il Superbonus era finito e
il lavoro ha iniziato a variare tutti i giorni, diventando più dinamico e
molto, molto stimolante.
Non mi sarei mai davvero aspettata una quantità
così diversa di casi e fattispecie di cui dovermi occupare. È stata davvero una
sorpresa positiva”.
Parlando di sorprese, le
chiediamo se gliene vengono in mente altre. E se in alcune di queste c’è di
mezzo l’azienda, oltre che il lavoro in sé. Le chiediamo, insomma, se ci sono
motivi per i quali, a un anno e mezzo di distanza dalla firma sul contratto, se
la sentirebbe oggi di confermare la bontà di quella scelta.
“Uno degli aspetti a mio avviso più sottovalutati in Guffanti - ci
racconta - è il valore che può generare
per le persone l’investimento fatto dall’azienda in welfare aziendale. Siamo
tanti colleghi, di età diverse e con esigenze diverse, avere una piattaforma
così ricca di soluzioni e servizi, in grado di rispondere ai bisogni più
trasversali, secondo me non è affatto scontato. Anzi, credo non debba esserlo
nemmeno il fatto di averla, una piattaforma welfare. Sarà perché vengo dal
lavoro autonomo e tendo ad apprezzare molto questo tipo di attenzioni, ma anche
nella mia famiglia, con una tradizione di lavoro dipendente, non è che si sia
mai parlato di welfare aziendale. Ecco perché quando ci sono aspetti positivi,
come questo, è giusto farci caso.”
Esposizione cristallina,
frasi dritte al punto… ricordate, no? E poi piccole pause strategiche, che
servono a passare da un argomento all’altro. A patto, però, di aver prima
terminato le cose da dire.
“Quando penso alla ‘Guffanti del futuro’ penso anche a questi
investimenti in welfare - riprende Martina - Perché vedo un’azienda che ha capito che il mondo del lavoro, grazie
soprattutto alle nuove generazioni, sta andando verso una nuova direzione, in
cui lo stipendio conta quanto il benessere e la qualità del tempo al lavoro
equivale ad altri vantaggi.
Fino a pochi anni fa non era così e comprenderlo e
sapersi adattare non è così scontato. Ecco perché, così come è sempre stata al
passo con le novità dal punto di vista tecnico e tecnologico, mi aspetto nel
futuro una Guffanti sempre più attenta anche al modo in cui lavoreranno le sue
persone. Ed è il modo migliore, secondo me, per affrontare il futuro.”
Così come lo è, però,
farlo con accanto i giusti compagni di viaggio.
“La mia esperienza in Guffanti è costellata di relazioni umane
solidissime - ha concluso Martina - dalla
collega che mi ha accompagnato a conoscere tutti appena entrata in azienda,
fino alla mia ‘spalla’ dell’ufficio legale. Sono legata a tante persone qui
dentro, ma è verso Laura Bernasconi e Samantha Frontini che mi sento
particolarmente riconoscente per la qualità del percorso fatto fin qui. Se devo
un grazie, è per loro!”.